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Novità riforma scuola: cambia il reclutamento dei docenti

Redazione In Evidenza, News

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Novità Riforma Scuola: vediamo insieme quali sono le principali modifiche apportate dalla legge 79/2022 per diventare insegnanti, modalità di reclutamento e formazione.

Con la conversione in legge del decreto PNRR 2 vengono introdotte importanti novità per coloro che desiderano insegnare. Le principali modifiche riguardano proprio il reclutamento dei docenti, oltre ad altre disposizioni rispetto alla loro formazione iniziale e continua e le modalità di svolgimento dei concorsi pubblici. In questo articolo, i punti salienti della legge 79/2022 e la bozza del DPCM in procinto di essere pubblicata. Infatti, nella giornata di ieri, 13 giugno 2023, è stata discussa con i sindacati una versione provvisoria del decreto.

Il percorso di formazione: di che si tratta

Il percorso di formazione iniziale è il corso di studi presto necessario per chi desidera diventare professore. Fino a poco tempo fa, constava di 4 esami da 6 crediti l’uno nell’ambito Socio-psico-pedagogico. Ora, invece, è un vero e proprio percorso abilitante iniziale, erogato dai centri universitari e accademici, che prevede l’acquisizione al termine o durante il percorso di studi universitari di 60 CFU/CFA.

L’obiettivo della formazione iniziale è l’acquisizione di competenze teoriche e pratiche, inerenti alle metodologie e tecnologie didattiche innovative e necessarie a garantire inclusione ed eguaglianza nel contesto scolastico.  Il sistema di formazione iniziale è pertanto articolato in:

  • un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale corrispondente a non meno di 60 crediti formativi universitari o accademici, nel quale sono acquisite dagli aspiranti docenti competenze teoriche e anche competenze pratiche, tramite un tirocinio diretto;
  • un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale;
  • un periodo annuale di prova in servizio con valutazione conclusiva.

I corsi dovrebbero partire già dal prossimo autunno e comunque con l’anno accademico 2023/24.

Novità riforma scuola: il reclutamento dei docenti

La principale novità della riforma scuola riguarda la modalità di reclutamento dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Il Ministero dell’istruzione avrà il compito di comunicare annualmente al Ministero dell’università e della ricerca il fabbisogno di docenti per i successivi tre anni, così da regolare il numero di accessi ai corsi.

La stima del Ministero terrà conto dei posti necessari di previsioni degli organici, di docenti già assunti con contratti a tempo determinato senza abilitazione, delle esigenze del personale abilitato nelle scuole paritarie, del contingente del personale di scuole italiane all’estero.

Il superamento della prova finale del percorso comporta l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Concorso Pubblico: i passaggi per l’abilitazione

Dunque, per diventare insegnanti di ruolo, è imprescindibile superare il concorso pubblico. La principale novità che riguarda lo svolgimento della prova concorsuale riguarda le risposte ai quesiti che non saranno più a crocetta ma saranno aperte.

Una volta superato il concorso, sarà necessario affrontare un anno di prova in servizio, prestato per almeno centottanta giorni (dei quali almeno centoventi per le attività didattiche). Al termine del periodo di prova, il personale docente viene sottoposto ad una valutazione da parte del dirigente scolastico. In caso di mancato superamento della prova, il personale docente è sottoposto ad un secondo periodo di prova, che però non è rinnovabile.

Per quanto riguarda la prova finale, consta in due parti: una prova scritta e una lezione simulata, il cui scopo è accertare l’acquisizione delle competenze professionali. La prova scritta consiste in una sintetica analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi durante il tirocinio diretto e indiretto svolto nel percorso di formazione iniziale. Con il superamento della prova finale è acquisita l’abilitazione all’insegnamento per la relativa classe di concorso.

Requisiti

Per accedere ai corsi di formazione iniziale, questi sono i requisiti:

  • Il possesso della laurea magistrale o magistrale a ciclo unico, oppure diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso, e dell’abilitazione all’insegnamento specifica per la classe di concorso.
  • Per quanto riguarda i posti di insegnanti tecnico-pratici: il possesso della laurea, oppure diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di I livello, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso, e dell’abilitazione specifica sulla classe di concorso.
  • La partecipazione al concorso è in ogni caso consentita a coloro che hanno svolto, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione al concorso stesso, un servizio presso le istituzioni scolastiche statali di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti, valutati ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124.

Si può accedere all’offerta formativa dei centri universitari e accademici di formazione iniziale già durante la laurea magistrale o negli ultimi due anni della laurea magistrale a ciclo unico.

È prevista una riserva del 40% dei posti sul totale dell’offerta formativa delle Università per i docenti precari, docenti che vogliano conseguire un’ulteriore abilitazione (cosiddetti ingabbiati) e docenti specializzati sostegno che vogliano conseguire l’abilitazione su posto comune.

I costi del percorso

La bozza del DPCM individua dei tetti massimi ai costi dei corsi di formazione iniziale:

  • Costo massimo di 2.500 per la frequenza del percorso 60 CFU;
  • Costo di 2.000 per gli studenti che abbiano già conseguito 180 CFU;
  • Costo di 2.000 per i docenti che vorranno acquisire un ulteriore abilitazione con i corsi da 30 CFU;
  • Costo di 2.000 per i docenti che dopo il concorso dovranno completare la propria formazione con i 30 CFU nell’anno di prova con contratto a tempo determinato.

Fase transitoria

La riforma come abbiamo detto è stata approvata, tuttavia si è in attesa dei decreti attuativi. In questa fase transitoria, fino al 31 dicembre 2024 sono comunque ammessi a partecipare al concorso come indicato dal bando:

  • coloro che hanno conseguito almeno 30 CFU/CFA del percorso universitario e accademico di formazione iniziale e a condizione che parte dei CFU/CFA sono di tirocinio diretto
  • coloro che, entro il 31 ottobre 2022, hanno conseguito i 24 CFU/CFA (i 24 crediti formativi universitari sono riconosciuti nel percorso di formazione iniziale)
  • i vincitori del concorso su posto comune, che hanno partecipato con i precedenti requisiti sottoscrivono un contratto annuale di supplenza e devono completare il percorso universitario di formazione con il superamento della prova finale per poter conseguire l’abilitazione all’insegnamento ed essere assunti a tempo indeterminato previo superamento della prova annuale in servizio

Formazione continua

La legge 79/2022 introduce un’altra importante novità nell’ambito della riforma scuola, ovvero la formazione continua dei docenti in servizio. Viene infatti costituita la Scuola di alta formazione al fine di fornire agli insegnanti competenze linguistiche, digitali, pedagogiche, psicopedagogiche e delle metodologie didattiche.
Il percorso obbligatorio viene effettuato nell’orario lavorativo, mentre il percorso facoltativo strutturato in 3 anni si svolge fuori dall’orario di lavoro, è retribuito dalle scuole e prevede una formazione volta a potenziare attività di progettazione, tutoraggio e acquisizione di metodi innovativi. Infine, ti ricordiamo che se devi conseguire i 24 o i 30 CFU puoi richiederci una consulenza gratuita per sapere come fare: ti basterà compilare il form presente in questa pagina.

Ricapitolando: domande frequenti