Scopri tutto quello che c’è da sapere su come diventare magistrato, dal percorso di studi ai possibili sbocchi professionali
Molti iscritti alla facoltà di Giurisprudenza sono interessati a sapere come diventare magistrato, una professione di spicco ricca di responsabilità, che richiede competenze di altissimo livello e una preparazione continua. È una scelta ambiziosa poiché, oltre alla laurea in legge, occorre superare un concorso estremamente selettivo e un periodo di tirocinio. È un lavoro piuttosto impegnativo, ma le possibilità di carriera e di guadagno ripagano tutti gli sforzi iniziali. Vediamo insieme il percorso, gli anni di studio e le competenze richieste per accedere a questo ruolo.
Chi è il magistrato
Il magistrato è a tutti gli effetti un funzionario pubblico con poteri di tipo giudiziario, ovvero esercita la funzione giurisdizionale su controversie civili, amministrative, pecuniarie e penali. Pertanto, esistono diverse tipologie di magistrato:
- Ordinario che esercita la funzione giurisdizionale con competenza ordinaria civile e penale a tempo indeterminato
- Onorario che viene nominato per un periodo di tempo determinato e può svolgere l’attività compatibilmente con altre occupazioni lavorative, senza instaurare alcun rapporto di pubblico impiego
- Amministrativo che esercita la sua giurisdizione sulla tutela degli interessi legittimi nei confronti della Pubblica Amministrazione
- Contabile che ha giurisdizione in materia di risarcimento di danno erariale
- Tributario che opera su controversie legate a imposte e tasse
- Militare con competenze inerenti i reati militari
Per evitare fraintendimenti chiariamo la differenza tra giudice e magistrato. Il primo è un organo super partes che pronuncia le sentenze e ha il compito di decidere in modo imparziale su una causa di natura civile, penale o amministrativa. Il secondo è un organo autonomo, non condizionato né dal potere legislativo né da quello esecutivo. Di conseguenza, il magistrato può essere investito anche del ruolo di giudice, ma ha funzioni amministrative.
Cosa fa il magistrato
Prima di analizzare l’iter per diventare magistrato, scopriamo le numerose mansioni di cui si occupa questa figura. Tra le principali ricordiamo le seguenti:
- verifica di provvedimenti e sentenze
- applicazione di leggi e regolamenti
- risoluzione di controversie e contenziosi
- emissione e trascrizione delle sentenze
- tenuta di udienze e istruzione di processi o cause
- esaminazione di atti processuali
- ascolto delle parti e dei loro procuratori
- predisposizione di misure cautelari
Come diventare magistrato: iter formativo
Innanzitutto è necessario ottenere una laurea in Giurisprudenza a ciclo unico, frequentando un corso quinquennale presso un’università telematica o tradizionale. In entrambi i casi si ottiene un titolo riconosciuto dal MIUR. Chi intende studiare online può farlo dove e quando preferisce, grazie alla piattaforma e-learning, senza sostenere test d’ammissione ostativi.
I corsi di laurea offerti dai principali atenei online sono:
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – Pegaso
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – eCampus
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – UniFortunato
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – UniDav
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – Unitelma Sapienza
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – UniCusano
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – IUL
Dopo il conseguimento del titolo è possibile intraprendere diversi percorsi:
- frequentare per due anni una scuola di specializzazione per le professioni legali (SSPL), alla quale si accede per concorso pubblico, e fare un tirocinio presso gli uffici giudiziari
- fare un tirocinio di almeno 18 mesi presso gli uffici giudiziari o nell’Avvocatura dello Stato
- portare a termine la pratica forense per minimo 18 mesi e superare l’esame di avvocato
- ottenere il dottorato di ricerca in materie giuridiche della durata di tre anni
Al termine di ogni strada prescelta può tentare il concorso in magistratura chi possiede i requisiti necessari come cittadinanza italiana e diritti civili, incensurabilità e idoneità fisica alla mansione. Inoltre, non bisogna essere stati dichiarati inidonei al concorso per 3 volte.
Il concorso in magistratura
Il concorso in magistratura viene bandito dal Ministero della Giustizia e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Per inviare la domanda di partecipazione è necessario pagare un contributo di 50€. Il concorso è composto da tre prove scritte e una orale. Quelle scritte consistono nello svolgimento di tre temi di diritto civile, penale e amministrativo. Ogni prova scritta dura 8 ore e si svolge con l’ausilio di codici non commentati e senza le annotazioni di dottrina e giurisprudenza. Queste si considerano superate con un punteggio minimo di 12/20 in ogni prova. Il colloquio orale riguarda i seguenti argomenti:
- diritto romano
- diritto civile e procedura civile
- diritto penale e procedura penale
- diritto amministrativo e giustizia amministrativa
- diritto pubblico e costituzionale
- diritto tributario
- diritto commerciale e fallimentare
- diritto comunitario
- diritto del lavoro e previdenza sociale
- diritto internazionale pubblico e internazionale privato
- informatica giuridica
- una lingua a scelta tra inglese, spagnolo, francese o tedesco
Chi supera il concorso in magistratura viene nominato uditore giudiziario e deve seguire un periodo di tirocinio di almeno 18 mesi, presso gli uffici giudiziari della Corte d’Appello, durante il quale viene affiancato da un magistrato già in servizio. Se il giudizio è negativo, il futuro magistrato deve frequentare un ulteriore anno di tirocinio.
Come diventare magistrato: le competenze
Per svolgere tutte le attività di cui si deve occupare, il magistrato deve possedere una serie abilità teoriche e pratiche maturate durante gli studi e sul campo:
- accuratezza e affidabilità
- gestione del tempo e dello stress
- consapevolezza organizzativa
- capacità di leadership e problem solving
- propensione all’ascolto e al dialogo
- senso critico fuori dal comune
Quanto guadagna un magistrato
Come abbiamo già preannunciato, le prospettive di guadagno ripagano di tutto l’impegno e la costanza per ricoprire questo ruolo. Lo stipendio di un magistrato dipende dall’anzianità di servizio, dal tipo di giurisdizione alla quale appartiene (es. giudice ordinario o amministrativo) e dal grado della giurisdizione se superiore o meno, come ad esempio la Corte d’Appello o la Corte di Cassazione. A queste ultime due si può accedere solo dopo anni di carriera e dopo avere maturato una certa esperienza.
Nello specifico, la retribuzione di un magistrato ordinario con almeno 4 anni di esperienza può arrivare a 3.600€ netti/mese e fino a raggiungere i 7.500€ netti/mese dopo oltre 20 anni di carriera. Lo stipendio di un magistrato amministrativo, invece, può andare dai 5.000€ ai 15.000€ netti mensili verso la fine della carriera. Un magistrato della Corte d’Appello può guadagnare dai 5.900€ agli 8.760€ al mese. Mentre un magistrato di giurisdizione superiore come la Corte di Cassazione può arrivare ad oltre 90.000€ all’anno.
Gli sbocchi professionali
Una volta superato l’esame, il magistrato può iniziare la sua carriera e lavorare presso i tribunali che si possono suddividere in:
- Tribunale ordinario, predisposto per trattare le cause civili e penali, le cause in appello su cui precedentemente si è già pronunciato il giudice di pace
- Tribunali per minorenni, che è solito trattare cause di giurisprudenza civile, come maltrattamento minorile, cause di abbandono o pregiudizio
- Tribunali di sorveglianza, che trattano i casi in cui la pena è già in esecuzione e devono guardare il comportamento del soggetto
Oltre al tribunale, i magistrati hanno la possibilità di lavorare in:
- Corte d’Assise, cioè gli organi che si occupano dei reati più gravi
- Corte d’Appello, che sono gli organi giurisdizionali di merito in secondo grado, cioè si ricorre a questo tribunale quando si vuole andare contro le sentenze in primo grado emesse dal giudice ordinario o dal tribunale dei minori
- Corte di Cassazione, organo giurisdizionale a cui si ricorre nel momento stesso in cui si vuole andare contro le decisioni prese da tutti gli altri giudici, si può definire in pratica l’ultima chance di ribaltare una sentenza avversa