Leggi la nostra guida pratica e scopri tutto ciò che c’è da sapere su come diventare consulente del lavoro, il percorso formativo, le mansioni professionali e lo stipendio medio di questa figura!
Il consulente del lavoro è una delle professioni più richieste, poiché le aziende di solito non hanno al loro interno le competenze e l’esperienza necessaria per gestire in autonomia l’intero processo di gestione del personale. La strada per arrivare a svolgere questa professione è lunga e tortuosa, infatti oltre alla laurea vengono richiesti una serie di requisiti specifici. Vediamo insieme come diventare consulente del lavoro.
Come diventare consulente del lavoro: il percorso di studi
Se vuoi diventare consulente del lavoro devi innanzitutto conseguire una laurea triennale o magistrale di una delle seguenti classi:
LAUREE TRIENNALI
- Scienze dei Servizi Giuridici (L-14)
- Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione (L-16)
- Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale (L-18)
- Scienze Economiche (L-33)
- Scienze Politiche e Relazioni Internazionali (L-36)
LAUREE MAGISTRALI
- Scienze dell’Economia (LM-56)
- Scienze della Politica (LM-62)
- Scienze delle Pubbliche Amministrazioni (LM-63)
- Scienze Economico-Aziendali (LM-77)
- Giurisprudenza (LMG-01)
Puoi ottenere il titolo di studio richiesto frequentando un ateneo tradizionale o telematico. Ti suggeriamo di studiare online se sei uno studente lavoratore oppure vuoi ottimizzare i tempi seguendo comodamente le lezioni ovunque tu sia, attraverso la piattaforma e-learning. Un altro vantaggio da non sottovalutare è che i corsi delle università telematiche sono a numero aperto, quindi non dovrai superare un test di ammissione ostativo. In particolare, ti consigliamo i seguenti corsi online regolarmente riconosciuti dal MIUR.
LAUREE TRIENNALI
- Economia Aziendale (L-18) – Università Pegaso
- Scienze Giuridiche (L-14) – Università Mercatorum
- Gestione d’Impresa (L-18) – Università Mercatorum
- Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione (L-16) – Università San Raffaele
LAUREE MAGISTRALI
- Giurisprudenza (LMG-01) – Università Pegaso
- Scienze Economiche (LM-56) – Università Pegaso
- Management (LM-77) – Università Mercatorum
- Management e Consulenza Aziendale (LM-77) – Università San Raffaele
Requisiti
Dopo aver conseguito il titolo universitario, per diventare consulente del lavoro l’aspirante deve svolgere un periodo di praticantato (tirocinio obbligatorio) di 18 mesi presso lo studio di un professionista già iscritto all’albo da almeno 5 anni. Esiste anche la possibilità di anticipare il tirocinio professionale durante l’ultimo anno di università, se lo studente è in regola con gli esami.
Per esercitare questa professione è necessario superare l’esame di Stato che consiste in due prove scritte e una orale. Le prove scritte prevedono l’elaborazione di un tema sul diritto del lavoro e sulla legislazione sociale e una prova teorico-pratica sul diritto tributario a scelta della commissione. Per svolgere le prove scritte i candidati possono consultare i dizionari e i testi di legge non commentati e autorizzati dalla commissione. La prova orale verte sulle seguenti materie: diritto del lavoro; legislazione sociale; diritto tributario; elementi di diritto privato, pubblico e penale; nozioni generali sulla ragioneria; rilevazione del costo del lavoro e formazione del bilancio.
Lo step successivo per diventare consulente del lavoro ed esercitare la professione è l’iscrizione all’Albo dei Consulenti del Lavoro. Oltre a questo, è obbligatoria anche la formazione professionale continua con il raggiungimento di almeno 50 crediti formativi ogni due anni, per garantire al cliente la qualità e l’efficienza della prestazione professionale.
Cosa fa il consulente del lavoro
Il consulente del lavoro è solitamente un libero professionista che collabora con piccole e medie imprese, ma anche con i singoli individui che richiedono una consulenza. Vediamo nel dettaglio le principali attività di cui si occupa:
- assistenza e consulenza aziendale
- trasmissione online delle dimissioni dei dipendenti
- assistenza e rappresentanza dell’azienda in tribunale nel caso di controversie con dipendenti o ex dipendenti
- gestione delle risorse umane
- consulenza tecnica
- trasmissione delle dichiarazioni fiscali
- elaborazione dei cedolini paga
- certificazione tributaria
- conciliazione e arbitrato in materia di diritto del lavoro
Per svolgere queste mansioni il consulente del lavoro deve avere una preparazione specifica riguardo il diritto del lavoro, le procedure di gestione del personale, l’economia aziendale, gli adempimenti e le scadenze fiscali. A queste si aggiungono poi competenze informatiche, capacità gestionali, serietà, precisione, capacità relazionali, conoscenza del vocabolario tecnico e predisposizione all’aggiornamento costante.
Quanto guadagna un consulente del lavoro
Lavorare come consulente del lavoro permette di svolgere attività molto delicate, ma fondamentali per assicurare alle aziende di essere a norma di legge nell’adempimento di tutte le incombenze amministrative e del diritto del lavoro. Il guadagno di questa figura professionale è ben ripagato, ma a fare la differenza è anche la scelta di lavorare come dipendente in un’azienda o aprire uno studio professionale. Lo stipendio medio di un consulente del lavoro è di 33.500 € lordi all’anno (circa 1.770 € netti al mese). La retribuzione può partire da un minimo di 22.000 € lordi all’anno, mentre lo stipendio massimo può superare i 62.000 € lordi all’anno.
Gli sbocchi professionali sono numerosi e diffusi su tutto il territorio nazionale, con compensi crescenti in base all’aumentare dell’esperienza. Il consulente può quindi lavorare presso agenzie del lavoro, centri di orientamento e centri per l’impiego. In alternativa può lavorare in imprese private, enti, organizzazioni e pubbliche amministrazioni accedendo a funzioni direttive nelle posizioni di lavoro inerenti l’amministrazione e gestione del personale, la selezione e formazione del personale, la direzione delle risorse umane, le relazioni sindacali, nonché presso le associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori come operatore sindacale.